Google+ Bolgeri - il Gruppo Tolkieniano di Milano: febbraio 2007

lunedì, febbraio 26, 2007

Resoconto cena del 26/02/2007

Presenti: io & Tafkal, Dawid & Donatella, Fabio
Luogo di ritrovo: I fratelli La Bufala di largo Corsia dei Servi

Tanto per cominciare Marley era morto.

Che non c'entra niente né con il raduno né con le persone che c'erano al raduno né con ciò di cui si è parlato al raduno ma, insieme a Chiamatemi Ismaele, fa sempre il suo effetto come inizio.

Dopo essersi rammaricati fino alla nausea dell'assenza della principale sostenitrice di una cena la domenica del blocco totale delle auto (e non poteva che essere una campagnola), l'allegra brigata inizia ad affrontare i temi più vari, tra i quali - da bravi bolgeri - non poteva mancare la saga del gatto e la casa stregata di Monica. Hanno avuto un ruolo rilevante anche dissertazioni riguardo al rapporto tra soddisfazione sessuale e paranoia, tra scissioni tolkieniane e check sul salvatempo alla Coop, tra cetrioli e panna (specie se di soia). Punti di riferimento culturale per la serata sono stati i film di David Lynch in tutta la loro lentezza, Ozpetek in relazione a Kusturica, il costume da bagno di Borat (con relativa dissertazione sulla pronuncia), la fine di LIstari e relativa responsabilità, l'aggiornamento di blog più o meno bolgerici, il ritorno mediatico della giornata al Dal Verme, le tecniche di disegno dalla china alla matita per giungere a strani impiastri bianchi e appiccicaticci, la discriminante tra gotico e fantasy nella personalità artistica di Fabio Porfidia, le sue carenze nella prospettiva e nell'anatomia (carenze colmabili prendendo ripetizioni da due diversi bolgeri), i gruppi tolkieniani attivi (tra cui i Faggiorosso, i Proudneck e l'arsT con dissertazioni derivate, i Soffiatromba, i Conti Manbianca Zampanera ecc. ecc.), le magliette bolgeriche per il festival di aprile, il nuovo inutile e malfunzionante portale dell'Italia con relativo orrendo logo e slogan copiato, strani comportamenti nel sonno e nella veglia e altre piacevolezze di questo tipo.

Ha lasciato il segno il quartetto seduto accanto a noi, che ci lanciava sguardi di disapprovazione, fastidio, raccapriccio e curiosità. Paura...

Citazioni:
"Sotto sotto il milanese è un terrone come tutti gli altri."
"Il giorno dopo le mozzarelle erano buone, ma erano finite."
"E' così: me lo sento nello scroto."

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giovedì, febbraio 22, 2007

Viaggio nella Terra di Mezzo: resoconto

Una giornata sicuramente positiva, sotto molti punti di vista, quella di ieri 21 febbraio al Teatro Dal Verme.

Presenti: io & Tafkal (solo da mezzogiorno in poi), Elderion & Silvia (quest'ultima solo in serata), Nymeria, Tarabas, Ringwraith, Maria Luisa "Eowyn", naturalmente EVK (che, non dimentichiamocelo, è bolgero a tutti gli effetti) + gli eldalici milanesi tra cui Fram (cui bisognerà fare un monumento per quanto si è dato da fare), Rinon, Annwhen, il ragazzo moro di cui non mi ricordo mai il nome.

Altri partecipanti: Claudio Testi & famiglia e altri campioni di varia e bizzarra umanità

Special guest: alcune copie di Schegge di Luce, l'ultima fatica di traduzione ad opera di Raffaella Benvenuto e Giacomo Bencistà edita da Marietti 1820, nonché apripista della nuova collana Tolkien e dintorni.

Al nostro arrivo verso mezzogiorno, reduci da una nottata di lavoro e da una disastrosa mattinata alla mia università, il teatro allestito di tutto punto si presenta veramente bene: opere di Cesarina Ciotti, Filippo Scardarelli e degli altri artisti di Eldalië, allestivano in modo elegante ma colorito il foyer e il corridoio e quattro manichini con costumi di scena chiudevano il colpo d'occhio iniziale insieme a miriadi di brochure e volantini sul festival, sulla giornata, su Eldalië e, modestamente, sui bolgeri.
Al piano superiore, altre opere e i banchetti di esposizione, rappresentanza e dimostrazione occupavano la Sala Terrazzo. Il banchetto allestito da Fram con la tovaglia bolgerica, le ceramiche bolgeriche e e brochure bolgeriche, insieme al Gandalf di Aurelia Pallastrelli, al calendario di Eldalie e al catalogo del premio Palantir dell'anno scorso, era davvero bello e potrei bolgericamente lanciarmi ad affermare che era il più bello, sicuramente il più raffinato e certamente quello presieduto dalla gente più affascinante, intelligente e modesta. Alla nostra sinistra era assiso Roberto Fontana, presidente di Granburrone, e alla nostra destra Matteo "Erumer" Tognela, il sommo calligrafo e pirografista di Eldalië. Seguivano il Goblin ed i ragazzi con i loro costumi.

Il pomeriggio, dicevo, è stato proficuo innanzitutto dal punto di vista umano: come ci siamo messi a piegare brochure, la gente ha iniziato ad arrivare a frotte al banchetto, chiedendo informazioni e fermandosi a chiacchierare. Il perché rimane un mistero. Forse è intrinseco nell'essere umano il voler interrompere qualcuno che sta facendo qualcosa pensando di disturbare (ipotesi pessimistica) o forse (ipotesi ottimistica cui credo di più) il piegare i volantini creava quel fermento sufficiente a non rendere più il banchetto un tavolo con dietro gente annoiata e dallo sguardo fisso o che sta chiacchierando per i fatti suoi. In ogni caso, le brochure sono andate via come il pane e ho avuto modo di parlare con molte persone che spero vorranno tornare, primo fra tutti Luca Catalano degli Ainur che ci ha fatto omaggio del suo meraviglioso cd (già ascoltato: spero, pur nella mia ignoranza musicale, di poter postare presto qui qualche riga di elogio).
Secondariamente, il pomeriggio è stato proficuo dal punto di vista culturale: la nostra concisa analisi della musica nel legendarium tolkieniano, stampata in un buon numero di copie, è stata raccolta e commentata e, spero, apprezzata. È stata anche l'occasione per scambiare due chiacchiere con altri sul progetto Marietti (un peccato che i due sommi traduttori dell'opera apripista non fossero presenti), di saggi e traduzioni, di saggisti e traduttori, di Soronel, del rapporto tra Grassotto Bolgeri e World of Warcraft, del mancante stendardo bolgerico (mi dispiace, mi sono dimenticata), di Dawid che non sarebbe venuto (ma noi lo sapevamo), di Fabio che sarebbe venuto, di Sackville e di re.
Anche economicamente è stata una buona giornata (se escludiamo le uscite per i volantini, che non ho ancora conteggiato e che non so ancora come e se ripartire): a fronte di un contributo libero - e tengo a sottolinearlo - abbiamo dato in omaggio due scatoline per l'erba-pipa (del valore di 8 € l'uno), due bicchierini per l'idromele (del valore di 3 € l'uno), un boccale con il prancing pony del valore di 15 €, e una porta hobbit dei Conti Manbianca Zampanera del valore di 7 €. Tutte le opere erano, naturalmente, le ceramiche incantate dell'ineffabile Gioia Bernalotti. Abbiamo inoltre dato in omaggio a fronte di libero contributo tre cd Verso Minas Tirith di EVK, del valore di 15 €. Di un altro si è appropriato Gianluca Comastri, presidente di Eldalie, ed un altro è stato venduto da terzi.

Anche la tavola rotonda è stata un'esperienza davvero positiva: un nutrito pubblico si è accomodato sulle seggiole della Sala Piccola, su cui erano stati posizionati precedentemente i volantini bolgerici sulla musica e l'invito al festival di aprile. Tra gli ospiti, Quirino Principe si è senz'altro distinto per la grande schiettezza e vitalità, mentre Claudio Testi e Maddalena Tarallo, la nostra Nymeria, spiccavano per preparazione sull'argomento e Giuseppe Festa era contraddistinto dal consueto umile imbarazzo. Conduceva magistralmente Edoardo Volpi Kellermann, il nostro EVK. Gli altri ospiti erano Paolo Gulisano, Gianluca Comastri e Roberto Arduini, che portavano a nove l'emblematico numero dei partecipanti.

La giornata è stata degnamente conclusa da un concerto che non ha registrato il tutto esaurito anche a causa della giornata, lavorativa, ma che sicuramente meritava di essere visto. Il primo pezzo, l'inedito divertimento Festa in Casa Baggins di Edoardo Volpi Kellermann, si è rivelato un piccolo gioiello, il cui tema mi è rimasto in mente per il resto della serata e che spero di poter risentire presto in una registrazione. A seguire è stata eseguita la Sinfonia degli Anelli, poema sinfonico in cinque movimenti di Alessandro Ferrari, un pezzo piuttosto strano, ricco di contaminazioni tra le quali citerò soltanto lo strano e platinato narratore dalla voce stentorea (Alberto Piccagnini), la bravissima soprano in rosso (Elizabeth Kilby), il bassista elettrico travestito da Carcharoth con stralci di pelo e maschera canina (Giuseppe Ettorre).
A seguire lo straordinario pezzo di Francesco Loris Lenti, I tamburi di Moria, con i percussionisti della Scala di cui fa parte. Davvero da ascoltare.
Chiudeva la serata la serie di tre suite sinfoniche di Howard Shore, accompagnate da montaggi di alcune tra le migliori scene panoramiche dei film.

Veramente una bella giornata, densa e ricca di spunti e suggestioni. Se questo è stato il preludio al festival, e lo è stato, c'è veramente da attendersi un evento di proporzioni epocali. Mettiamoci al lavoro.

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mercoledì, febbraio 21, 2007

Viaggio nella Terra di Mezzo: Festa in casa Baggins e gli altri pezzi

Come già annunciato nel programma, il 21 febbraio al Teatro Dal Verme il nostro EVK presenterà in anteprima mondiale il suo nuovo pezzo, Festa in Casa Baggins. Ecco l'imperdibile pezzo, così come viene descritto dal suo stesso autore.

La composizione nasce nel 1981 sul pianoforte, ispirata dalla fulgida energia del primo capitolo del Signore Degli Anelli di J.R.R.Tolkien, "Una Festa a Lungo Attesa", ma allo stesso tempo sintesi musicale delle sensazioni e delle emozioni evocate nel compositore dalla lettura e rilettura dell'intero libro. È stata infine rivista e orchestrata durante gli ultimi due anni fino ad arrivare all'attuale forma di divertimento per Trio (Pianoforte, Violino e Violoncello) e Orchestra, nella quale viene presentata, per la prima volta, al Teatro Del Verme.
Numerose idee melodiche si inseguono, si sviluppano e si riprendono; presentate la prima volta su una base puramente ritmica, dove l'armonia rimane sospesa, quasi cristallizzata nella sua funzione fondamentale di ambiente sonoro, tornando così al suo stato più archetipo, quello di bordone, di pedale della melodia; quindi la situazione si inverte, e ogni melodia alla seconda esposizione si perde in successioni armoniche che fondono i paradigmi impressionistici con la ricchezza dei contrappunti tematici.
Temi che, apparentemente molteplici, si possono in realtà far risalire a un'unica fonte, un'idea platonica di tema fondamentale in terzine, un archetipo di danza di cui gli 8 spunti melodici del brano non sono che le differenti angolazioni dalle quali possiamo osservarlo, con le loro salite e discese, inversioni e riflessioni.
Così la stessa struttura del brano, per una di quelle intuizioni di cui poi gli stessi autori dopo un po' di tempo si stupiscono, richiama alla scrittura di Tolkien, grande filologo e creatore di linguaggi (la musica della parola) che a loro volta creano un "mondo secondario" auto-coerente e sorprendentemente profondo, scrittore che rielabora in chiave moderna i miti antichi e ci permette di riscoprire le fondamenta del racconto, della fiaba (nella sua accezione più adulta); come Il Signore degli Anelli è un consapevole omaggio a questa arte che le frenesie e le provocazioni spesso auto-referenziali della modernità ci hanno fatto dimenticare, Festa in Casa Baggins è un omaggio alla gioia della musica in quanto tale e alla libertà di espressione che permette al moderno compositore, proprio grazie ai millenni di storia in cui il linguaggio musicale si è sviluppato. Superando in questo modo (e, soprattutto in Italia, con notevole anticipo sui tempi) il principio della rottura fine-a-se-stessa, dove un mal interpretato senso di rinnovamento si traduceva spesso in una distruzione che non costruiva nulla, in forme prive di contenuto che hanno inesorabilmente allontanato il grande pubblico dalla musica colta.
Ma l'autentico rinnovamento nasce dallo studio della storia, come ci insegna Tolkien (senza intenderlo fare, lui che detestava cordialmente l'allegoria in tutte le sue forme) creando un mondo sì fantastico e a-temporale, ma allo stesso tempo così vicino alla nostra sensibilità da farcelo avvertire come più vero della realtà. Il Signore degli Anelli è un libro che può aprire gli occhi al lettore, fino ad arrivare come in questo caso addirittura a far nascere un'esigenza creativa musicale in un giovane studente di pianoforte, che da allora ha intrapreso l'attività di compositore; ad ognuno in modo diverso, ed effettivamente pochi libri nella storia della letteratura moderna - oserei dire nessuno - hanno ispirato così tanti epigoni, immagini, musiche, poesie, espressioni artistiche di ogni genere, pensiero sociale e filosofico o puro e semplice fascino.


Ecco cosa scrive invece il maestro Alessandro Ferrari della sua Sinfonia degli Anelli:

La Sinfonia degli anelli è un lavoro musicale di chiara ispirazione Tolkieniana.
J.R.R Tolkien, autore del Signore degli anelli e di tanto altro, ormai ha acquisito grande notorietà per merito della sua stupenda versione cinematografica. Prima di questo importante evento, il libro non era così conosciuto nei minimi dettagli e ancor meno numerosi erano gli artisti ispirati a quel mondo del fantastico. Il mio lavoro dunque precede di parecchi anni la diffusione sul grande schermo e tutto il materiale musicale ispirato al libro è stato raccolto in questa Sinfonia, degli anelli appunto. Ho desiderato interpretare quel mondo ispirandomi note senza preoccuparmi troppo del tipo e genere di linguaggio musicale. Il preciso scopo di questo lavoro è quello di condurre l'ascoltatore nel mondo del fantastico tramite la propria immaginazione e non per mezzo del suggerimento di immagini di fantasie create da altri.
Così la musica in ogni momento trascina nella storia epica e travolge con i propri echi l'ascoltatore, facendo rivivere il sapore e l'odore di quel mondo, mai veramente scomparso e mai veramente esistito.
La Sinfonia degli Anelli si ispira esattamente al racconto di Beren e Lúthien tratto dal Silmarillion di Tolkien.
Più precisamente i tempi della sinfonia vengono definiti “immagini musicali”.
Ci sarà un narratore- cantante che leggerà solo alcune parti del racconto.
Non si ha così la pretesa di capire tutta la complicata storia del racconto del Silmarillion ma si avverte lo stile di quel mondo. Come una vista caleidoscopica del tutto.
Non è un’opera musicale e nemmeno un leader, ma semplicemente un poema sinfonico di chiara ispirazione fantastica.
Voce narrante, cantante, flautisti elfici e bassisti orcheschi..
Un concerto classico che si discosta dalla tradizionalità sia nella tematica che nella rappresentazione.
Occorre vederlo per capirlo.
Il lavoro è dedicato al ricordo del coreografo e ballerino della Scala Umberto Bergna, prematuramente scomparso. Esiste una sua coreografia specifica su questa musica.

Immagine: Beren e Lúthien di Jonathan Price


Oltre a questi pezzi, sarà eseguita anche la Sinfonia di Howard Shore (a destra nell'immagine), che sicuramente non ha bisogno di presentazioni.

Non mancate! I biglietti, che costano solo 10 €, sono acquistabili on-line su TicketOne, in prevendita alla biglietteria del teatro o il giorno stesso.

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Viaggio nella Terra di Mezzo (21 febbraio, Teatro Dal Verme)

Il 21 febbraio prossimo i Bolgeri saranno al Teatro dal Verme di Milano per una giornata culturale dedicata a J.R.R. Tolkien. A questo evento, organizzato dall'orchestra sinfonica tolkieniana e dai pomeriggi musicali in collaborazione con l'associazione culturale Sconfinarte, il nostro gruppo darà il suo modesto contributo partecipando all'esposizione di arte ed oggetti ispirati all'universo creato da Tolkien, con alcune opere grafiche, esempi di arte applicata e con il glorioso stendardo di famiglia, e presenterà un piccolo lavoro critico sul ruolo della musica nella Terra di Mezzo. Maddalena Tarallo, altrimenti nota come Nymeria, parteciperà inoltre alla tavola rotonda della sera.
E' un evento da non perdere, soprattutto per quanto riguarda la tavola rotonda e il concerto serale: l'orchestra dei pomeriggi musicali eseguirà infatti anche l'acclamata sinfonia di Howard Shore.

Ecco qualche dettaglio estratto dai comunicati stampa.

Indirizzo del teatro: via S. Giovanni sul Muro 2 – Milano - Per informazioni tel. 02-87905
Prevendita biglietti aperta da martedì 6 Febbraio 2007 anche sul Web

Ufficio stampa Tolkieniana Net: Claudio Andrei, tel. 347-7624310

Ufficio stampa Teatro dal Verme: CREWITALIA - Ezio Grillo tel. 02-87396459

«Molte persone hanno commesso l’errore di pensare che la Terra di Mezzo sia una particolare specie di terra o sia un altro pianeta, ma é solo una parola dal sapore un pò fuori moda per indicare il mondo in cui viviamo». Parola di J.R.R. Tolkien (1892-1973).
In occasione del 70esimo anniversario della pubblicazione dello Lo Hobbit (1937), nella prestigiosa cornice del Teatro Dal Verme di Milano, mercoledì 21 febbraio un gruppo di associazioni di appassionati, studiosi e cultori di Tolkien ha studiato una Giornata Tolkieniana interamente dedicata allo scrittore inglese, filologo e autore di acclamati romanzi, di cui Il Signore degli Anelli è ormai (anche grazie alla trilogia cinematografica) universalmente noto.

La giornata (preludio invernale del “Festival Tolkieniana Net” che si terrà a Buccinasco dal 28 aprile al 1° maggio 2007) prevede una serie di attività di avvicinamento e di approfondimento dell’opera letteraria di uno scrittore che molti amano chiamare “il Professore”, forse l’esponente più amato di una progenie di autorevoli “sognatori”, che più si è avvicinato all’obiettivo di creare un mondo fantasy geologicamente plausibile, popolandolo delle creature della mitologia celtica (Elfi, Troll, Nani Guerrieri) e dell’immaginario comune (maghi con tanto di cappuccio, Orchi, Eroi e Draghi). Un Autore, peraltro, così modesto da affermare: «Ho sempre avuto l’impressione di descrivere qualcosa che era già lì, che già esisteva».

La mattinata è dedicata alle scolaresche (ingresso 3,00 euro) che avranno modo di conoscere da vicino il fantastico mondo della Terra di Mezzo, accompagnate da alcune guide in costume, che daranno modo di conoscerne l’universo creativo attraverso attività laboratoriali di vario genere (arte applicata, illustrazione, linguistica). Al termine delle attività, le scolaresche assisteranno in anteprima al concerto sinfonico con il repertorio di musiche ispirate alla Terra di Mezzo.

Il pomeriggio (15.00-18.00), il teatro aprirà al pubblico. I visitatori andranno alla scoperta della Terra di mezzo, attraverso esposizioni di illustrazioni, oggettistica e costumi, proiezione di audiovisivi su Tolkien e le sue creazioni letterarie, laboratori e seminari di linguistica e calligrafia, musica e canzoni. Poi alle 18.30, la giornata culminerà con una tavola rotonda dal titolo “La Terra di Mezzo: musicalità della subcreazione”, che coinvolgerà personaggi di fama internazionale quali Quirino Principe - musicologo di indiscussa fama e curatore dell’edizione italiana del Signore degli Anelli, Paolo Gulisano - forse il più noto saggista italiano sull’opera di J.R.R. Tolkien, e Gianfranco de Turris, giornalista, saggista e curatore di diversi libri su Tolkien.

È tuttavia a partire dalle 21.00 (ingresso euro 10,00) che avrà luogo l’evento principe della serata, il concerto sinfonico dell’orchestra Pomeriggi Tolkieniani diretta da Alessandro Ferrari che, per la prima volta ad opera di esecutori italiani, interpreterà la suite sinfonica tratta dalla colonna sonora del film Il Signore degli Anelli. Verrà inoltre presentato un inedito repertorio di musiche ispirate alla Terra di Mezzo realizzate da Alessandro Ferrari, Francesco Loris Lenti e Edoardo Volpi Kellermann.

PROGRAMMA DETTAGLIATO
Ore 9:15 - 12:45
Arti e mestieri della Terra di Mezzo - Laboratori Creativi per le scolaresche (età 8-18)
La prima parte della giornata sarà dedicata alle scuole, che saranno introdotte alla
creazione letteraria di Tolkien. I ragazzi potranno quindi scegliere tra una serie di iniziative e laboratori che intendono esplorare i più vari ambiti, dalla creazione artistica di illustrazioni alla decorazione, dall’arte applicata all’approfondimento di tematiche letterarie e linguistiche.
Le scolaresche potranno assistere alle prove del Concerto sinfonico
Ingresso: 3,00 euro (prezzo unico)

Ore 15:00 - 18:00
Arti e mestieri della Terra di Mezzo - Laboratori Creativi per le scolaresche (età 8-18)
Racconti, saghe, leggende, miti e vita quotidiana dei Popoli Liberi della Terra di Mezzo
Attraverso il foyer e nella “sala terrazzo”, i visitatori saranno accompagnati da una guida
che illustrerà le offerte del pomeriggio, tra esposizioni di illustrazioni, oggettistica e costumi, proiezione di audiovisivi su Tolkien e le sue creazioni letterarie, laboratori e seminari di linguistica e calligrafia, musica e canzoni ispirate alla Terra di Mezzo.
Ingresso libero

Ore 18:30
Tavola rotonda “La Terra di Mezzo: musicalità della subcreazione”
La tavola rotonda esplorerà il tema dell’armonia nella creazione letteraria di Tolkien, nel
suo rapporto con l’arte ed il potere, coinvolgendo personaggi di fama internazionale quali Quirino Principe, musicologo di indiscussa fama e curatore dell’edizione italiana del Signore degli Anelli, Paolo Gulisano, forse il più noto saggista italiano sull’opera di J.R.R. Tolkien, e Gianfranco de Turris, giornalista, saggista e curatore di diversi libri su Tolkien. Interverranno anche Edoardo Volpi Kellermann, compositore e fondatore del progetto Tolkieniana Net, Gianluca Comastri, presidente dell’Associazione Culturale Eldalie, Roberto Arduini, giornalista e presidente dell’Associazione Romana Studi Tolkieniani, Claudio Testi, fondatore del progetto editoriale Tolkien e dintorni, Giuseppe Festa, musicista, cantante, fondatore dell’acclamato gruppo musicale Lingalad, e Maddalena Tarallo, esponente di spicco del gruppo culturale “Bolgeri” di Milano.
Ingresso libero.

Ore 21:00
Concerto sinfonico Orchestra Pomeriggi Tolkieniani (Dir. M° Alessandro Ferrari)
La giornata tolkieniana si chiuderà con il concerto sinfonico dell’orchestra PomeriggiTolkieniani diretta da Alessandro Ferrari che, per la prima volta, ad opera di esecutori
italiani, interpreterà la sinfonia di Howard Shore, autore della colonna sonora del film Il Signore degli Anelli.
Inoltre verrà eseguito un repertorio di musiche ispirate alla Terra di Mezzo, di Alessandro Ferrari, Francesco Loris Lenti ed Edoardo Volpi Kellermann, che presenterà in anteprima mondiale Festa in Casa Baggins, divertimento per violino, violoncello, pianoforte e orchestra.
Ingresso: euro 10.00

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giovedì, febbraio 15, 2007

La Voce di Edoras #2

È uscito il secondo numero della rivista La Voce di Edoras per l'anno 2007. Su questo numero, per la bontà dell'editore, fa bella mostra di sé la traduzione dell'articolo "Ragnatele di Orrore: una meditazione sui ragni" a cura della nostra Nymeria. Numerosi sono però gli altri articoli per cui la rivista merita di essere scaricata: un articolo sul rapporto tra vampiri e pipistrelli, un pezzo di Pasquale Abate su Tom Bombadil come spirito della Vecchia Foresta, un articolo sulle driadi. In più recensioni, fan-fiction, illustrazioni, notizie e molto altro.

Link diretto alla rivista.

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lunedì, febbraio 12, 2007

Resoconto incontro dell'11/02/2007

Presenti: Frodo & Th´oden; io & Tafkal; Dama Éowyn; Erin, signora degli anelli; Elderion senza il suo ammmore; Bacca, feat. Angelo per trenta secondi; Nymeria.

Luogo: Speakeasy, Garbagnati, Gelateria Grom

La giornata non incomincia nel migliore dei modi: la nostra prenotazione a nome Bolgeri non risulta e il numero di telefono indicatp per le prenotazioni su MilanoDaBere, ovvero il 328-0393850 con cui ho amabilmente discorso nella giornata di sabato, è sconosciuto al direttore del locale, un focoso omino che, ancor prima di attendere il nostro arrivo, chiede a Frodo il mio numero di telefono e si lascia andare ad assai importune affermazioni intercalate da svariati modi di descrivere l'organo sessuale maschile ("che c***o di casino ha fatto", "adesso come c***o facciamo" ecc ecc). Giunti allo Speakeasy quindi con la ben precisa intenzione di condurre i miei bolgeri in altri e più ameni luoghi, il suddetto omino si scusa con l'improbabile giustificazione di pensare di star parlando con MilanoDaBere. Milan c'est moi. Bah... in ogni caso, per gli eventuali malcapitati che desiderassero telefonare al locale, il numero è lo 02-653645.
Sarà per il pessimo inizio e per il suddetto omino (anzi, è senz'atro così), ma personalmente il locale non mi ha soddisfatto molto. Carino come allestimento ma, come giustamente ha osservato Dawid, sembra stranamente studiato per assorbire il rumore, con il risultato di non riuscire ad espandere il casino bolgerico e, al contrario, di dover subire un brusio di sottofondo proveniente dagli altri locali. Tra l'altro quello che ho mangiato io non era gran che e sarebbe stato un brunch fin troppo costoso de Dawid non fosse riuscito a strappare un pi&ug4rave; che giusto sconto, dato il trattamento. Comunque un buon esperimento, quello del brunch, sicuramente da ripetere, magari cercando un altro locale. La nostra lady of the rings aveva una proposta, ma colpevolmente non la ricordo.
Evasi dal locale alle 14 causa l'arrivo dei legittimi proprietari del tavolo su cui ci eravamo insediati, abbiamo quindi salutato dama Èowyn costretta a rincasare e ci siamo diretti verso Garbagnati: appena prima di uscire ci ha raggiunto Bacca, e poi Elderion quando già eravamo al nostro solito luogo di ritrovo. Lì si è potuto affrontare svariati argomenti, tutti di futile interesse, e si è potuto ripetutamente brindare al compleanno di Isabella, rievocando i migliori momenti passati insieme.
Tra gli argomenti affrontati, i preparativi per l'evento al Teatro Dal Verme, la "nuova" scuola Steineriana Cometa a Milano, la ricerca degli UFO in quel di Cremona, la questione degli stadi chiusi, la Bolgerah, la saga del gatto (per cui ripeto a Davide il consiglio di incidere un nastro o un video), il nostro culendario, la responsabilità sociale delle mie gambe, i possibili look di Ringhio, la tendenza al pettegolezzo di alcuni e la vanteria in questo di altri. Dopo essere passati alle barzellette del sire di Rohan, con una delle quali ci lascia per ritornare alla sua Bologna, ci trasferiamo al piano di sotto per sfuggire al caldo imperante e ci raggiunge Angelo, che come sempre ci divertiamo a convolgere in discorsi a lui oscuri. Si parla quindi dei nuovi acquisti bolgerici tra cui il libro Canzoni e poesie dal Signore degli Anelli oscuro a Bacca, delle attività di Sandra e Stefano Giusti in quel di Toscana, del nuovo gruppo di lettura di Firenze, del nostro gruppo youtube, dell'experimentos, della nuova pubblicità dell'i-Phone, di svariati blog personali e delle loro peculiari situazioni di pubblico, del merchandising bolgerico, santoni vari, dei vermi di Dune e del test bolgerco che il nostro programmatore non si decide a mettere on-line. Ci si sposta quindi verso la gelateria Grom, dopo aver salutato la signora degli anelli che torna a casa al suo bucato con la promessa di reiscriversi alla mailing-list e di non sparire nuovamente.
In gelateria la cameriera riconosce Davide con un misto di terrore e terrore: provo una deliziosa accoppiata pistacchio-crema allo zenzero con gocce di cioccolata e ce ne andiamo soddisfatti, prima Dawid & Donatella + Bacca & Angelo, e poi anche io & Tafkal con Elderion e Nymeria, ciascuno diretto verso la propria destinazione.

Scambi illeciti avvenuti:
  • da me a Frodo, il suo regalo di Natale (!!!);
  • da Frodo a me, un delizioso gioiellino a forma di foglia che oggi è stato immediatamente inaugurato;
  • da me ad Elderion, un fumetto di rara bruttezza.

Scambi illeciti non avvenuti:
  • mi sono dimenticata di riportare a Dawid il suo flash-drive;
  • Elderion, ottenebrato dall'ammmmore, si è dimenticato di riportarmi il videogioco cui non riesce a giocare
.

Il raduno potrebbe considerarsi concluso se non fosse che, prima di tornare a casa, io & Tafkal ci fermiamo al leggendario giapponese di via scoglio di quarto a mangiarci un temaki. Lì parlo a Claudio, il proprietario, del nostro blog e di come è diventato una leggenda irraggiungibile per il nostro gruppo, gli lascio un volantino e lo scopriamo grande appassionato di Tolkien, di leggende e di storia. Ci lasciamo con la promessa da parte mia di tornare con le brochure e magari una locandina dell'evento al Dal Verme, cui spera di poter venire con il figlio. Come si diceva da Garbagnati, i tolkieniani si nascondono nei luoghi più impensati.

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sabato, febbraio 10, 2007

Amon Hen #203

Mi è appena arrivato il nuovo Amon Hen, la rivista della Tolkien Society. In questo numero, aperto da una copertina piuttosto... ehm... dai colori estrosi, da leggere:
  • il call for papers per la convention della TS che si terrà a Cambridge il 16 giugno prossimo e il cui tema centrale sarà Women in Tolkien
  • Pat Reynolds: il resoconto del Lustrum, la Hobbiton della Società Tolkieniana Olandese Unquendor;
  • Angela Nicholas: "The role of Aragorn in the destruction of the Ring", articolo di quattro pagine sull'argomento;
  • David Doughan: recensione approfondita di The J.R.R. Tolkien companion and guide, di Wayne G. Hammond e Christina Scull, e della J.R.R. Tolkien Encyclopedia, a cura di Michael D.C. Drout: dalla recensione bene o male si evince una superiorità, secondo il recensore, del primo sulla seconda, per impostazione, organicità dei contenuti, completezza e cura;
  • Heidi Ortmann: recensione del libro Lord of the Rings - Popular Culture in Global Context, di Ernest Mathijs;
  • Michael Cunningam: recensione del disco Farewell the Last Dawn del gruppo austriaco Rivendell;
  • l'annuncio della fondazione di un nuovo smial a Firenze, il gruppo Lothlórien, fondato da Simone Bonechi in novembre.

L'indice completo è consultabile qui.

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lunedì, febbraio 05, 2007

Resoconto incontro del 04/02/2007

Presenti: Elderion & Silvia, io & Tafkal, Dawid & Donatella, Nymeria
Presenti a cena: io & Tafkal, Dawid & Donatella, Davide de' gatti
Hanno dato forfait: Thingol (in forse) e Bacca

L'incontro comincia con io e Nymeria che tentiamo di guardare la bozza che l'impareggiabile ha preparato per la lettura critica sulla musica nel legendarium tolkieniano, glorioso e titanico lavoro che i bolgeri presenteranno in occasione dell'altrettanto glorioso e titanico evento al Teatro dal Verme di Milano il 21 febbraio prossimo. Nel frattempo Elderion & signora si affabulavano a vicenda sui misteri dell'esistenza e Tafkal leggeva un fumetto degli X-men che avevo portato per Samuele, probabilmente per verificare che quanto scritto qui sulle mutande di Jamie Braddock corrispondesse a verità. O forse per sfuggire alla noia mortale di una conversazione troppo tecnica.
Inutile specificare che Dawid non era ancora arrivato.
L'Istaro Isterico è giunto solo dopo che si erano affrontate questioni varie, dalle intimità violate all'individualismo tolkieniano: pericolosamente armato di macchina fotografica, è subito riuscito a condurre la conversazione OT tentando più e più volte di ritrarre un recalcitrante Elderion per il culendario, coronato peraltro da un discreto successo. Dopo aver affrontato la questione dell'indiscussa omosessualità di Peter Parker, della presunta omosessualità di Reed Richards e del peculiare ascendente di Tony Stark su entrambi, il discorso si è naturalmente spostato sul festival Tolkieniana Net, sui fruttini eviscerati della pizzeria a casa di dio, sull'associazione culturale Granburrone e su molto altro.
Dawid si è finalmente ricordato di riportarci tutto ciò che avevamo dimenticato a casa sua a Capodanno, e sono quindi avvenuti illeciti scambi tra cui:
  • una scatola colma di carte di Munchkin, sia nella versione classiva (completa di espansioni) che nella versione SuperMunchkin tornata a me;
  • un contenitore di plastica per lenticchie tornato a Tafkal e puntualmente dimenticato da Garbagnati;
  • una bottiglia di basilico dimenticata da Davide a casa propria (ma che Elderion ha dimenticato di reclamare);
  • una miniatura del dottor Destino per Davide.

Si è parlato dunque della Bolgerah, la fantomatica storia di famiglia, e di alcuni episodi che la compongono.
Dopo una carrellata di dolci offerti dal capofamiglia che ieri compiva gli anni e dopo aver assistito all'immondo spettacolo di Elderion che si spulciava il maglione sul tavolo, aver parlato di conigli enormi ed aver verificato la sua straordinaria somiglianza con una scimmia, il gruppo nel suo complesso si sposta alla ormai leggendaria gelateria Grom, il cui slogan e godi differente.
Dopo aver salutato Elderion & signora e Nymeria, ci si è quindi diretti da Dawid per un kebap con il mitologico personaggio di cui narrano i racconti, nemesi della dea Maat e dei gatti in generale. Qui si è potuto mostrare a Dawid l'esperimentos in tutte le sue declinazioni, il trailer definitivo sui puffi, gli impareggiabili resoconti di Zoro al Grande Fratello 7. In cambio, per cercare di mostrarci chi sia Peppolas, Dawid ci ha propinato tutte le foto di Ruggibrante alla XI Hobbiton (milioni di milioni) in cui il suddetto Peppolas si è poi rivelato non esserci stato. Abbiamo però potuto vedere chi sia Lug, benché lo sapessimo tutti. Misteri.
Si è poi assistito al racconto delle gesta di Davide con il gatto, ad opera di Dawid allo stesso Davide (e il fatto che si chiamino entrambi Davide complica orrendamente le cose).
In chiusura si è discusso anche di altre cose, ma sono troppo delicate per essere messe per iscritto.

Frasi da ricordare:
  • lui è quello proteso
  • magari ci sarà anche lo stendardo, ma non so se con me dentro
  • non posso venire all'incontro: devo studiare... :-(
Foto del raduno:
  • la coppia fantasma

  • ampio locale, elegante arredamento, servizio discreto: astenersi perditempo, si consiglia l'uso del flash


  • il bolgero posseduto

  • la coppia.

Ecco il filmato, in cui Davide cerca di riprendere un recalcitrante Elderion, Silvia se la ride e Tafkal attenta all'integrità fisica del gondoriano con un attentato piromane:

Verrà presto caricata on-line anche una gif animata.

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giovedì, febbraio 01, 2007

Ragnatele di orrore. Una meditazione sui ragni

Fabio Porfidia, Condanna
Fabio Porfidia, Condanna
«And sometimes as a man may cast a dainty to his cat
Sauron would send her prisoners that he had no better use for»
(J.R.R. Tolkien, The Two Towers)



Traduzione dell'articolo di Lin Davies comparso su Amon Hen #197. Non essendo riusciti a reperire né l'autore né il direttore Andrew Butler, abbiamo proceduto alla pubblicazione per scopi esclusivamente divulgativi e didattici. L'autore e l'editore ne possono richiedere la rimozione in qualsiasi momento.
La traduzione è di Nymeria.

Che i draghi non abbiano mai camminato su questa terra è una triste realtà e, cosa forse meno triste, neppure gli orchi, i balrog, i mannari e la maggior parte delle altre creature che combattono per Sauron ed i suoi alleati.
Tra quelle creature che esistono realmente o sono derivate da animali esistenti, troviamo cani con le selvagge caratteristiche dei lupi come Carcharoth «tormentato, terribile e forte» (1), segugio del primo Oscuro Signore, Morgoth; gatti come Tevildo, che insieme ai suoi seguaci procura la carne per la tavola di Morgoth; olifanti, che incutono terrore grazie alle dimensioni, alla forza ed alla capacità per la distruzione di massa... ed i ragni.
Perché i ragni? Per quale motivo Tolkien decise di attribuire la forma di ragno a due tra le sue più disgustose e malevole creature, Ungoliant e Shelob – per tacere dei numerosi discendenti in Nan Dungortheb e Mirkwood - ?
La risposta potrebbe in un primo momento sembrare ovvia: una fetta curiosamente ampia della popolazione è terrorizzata dai ragni, apparentemente in modo irrazionale se si considerano le loro dimensioni e, almeno nel nostro paese, la loro notevole mancanza di armamento; in tutto il mondo soltanto una piccolissima parte di ragni è effettivamente pericolosa per gli uomini, eppure basta una ricerca su internet per essere colpiti dal gran numero di siti dedicati ai ragni – molti di essi riguardanti l'aracnofobia.
In una inchiesta sui bambini in età scolare condotta dalla BBC negli anni '50, e ripetuta nel 1988, il ragno è risultato al secondo posto come animale più sgradito dopo il serpente (curiosamente il leone si è classificato terzo, il che avrebbe potuto essere preoccupante per C.S. Lewis); sembra che siamo obbligatoriamente attratti e respinti dai ragni.
Considerando che per la maggior parte non sono pericolosi, è stato sorprendentemente difficile identificare il motivo per cui i ragni sono così odiati e temuti: Paul Hillyard, nel suo Book of the Spider è costretto alla conclusione, non del tutto rivelatoria, che la paura proviene da «qualità astratte come la spideriness» (2); sono più illuminanti le risposte di un gruppo di studentesse inglesi che mostrano come il loro timore fosse rivolto ai ragni di grandi dimensioni, neri e con zampe lunghe – avevano paura anche dei rapidi movimenti dei ragni.
Questi fatti sono stati confermati dalle mie stesse ricerche, come uno scritto di mia nipote Alex: «Si muovono così in fretta che il loro movimento mi rende decisamente inquieta» (3); Primo Levi parlava delle sue percezioni dei ragni come crudeli, brutti e pelosi, oltre al fatto che tendono agguati alle loro prede ed in generale si muovono in modo furtivo; esiste anche una teoria secondo la quale noi possediamo una sorta di memoria ancestrale sui ragni che deriva dal Medio Evo, quando la loro presenza in una casa era considerata indice di contagio, e più specificamente della peste bubbonica.
Gli anglosassoni credevano che i ragni potessero ricavare il veleno dai fiori, come le api ottengono il miele, ed il loro nome per i ragni era attercop, cioè testa velenosa (poison head) – l'insulto scagliato da Bilbo contro i ragni di Mirkwood.
Tolkien non è l'unico scrittore ad aver impiegato alcuni di questi elementi terrificanti: l'amico di Harry Potter Ron Weasley è un aracnofobo e trova particolarmente spaventose le molteplici zampe del ragno; in Harry Potter e la stanza dei segreti c'è una scena nella Foresta Proibita che sembra derivare dalla scena dei ragni di Mirkwood nello Hobbit: i ragni che catturano Harry e Ron sono descritti grandi come cavalli da tiro ed è apparentemente vero che coloro che temono i ragni tendono a vederli più grandi delle loro reali dimensioni, come un ingrandimento del peggior incubo si possa immaginare.
Per tornare a Tolkien è quindi più che ragionevole vedere Shelob come una enorme e grottesca incarnazione di tutte quelle caratteristiche dei ragni che provocano il ribrezzo della gente. Hillyard dice «Spesso [la fobia] non è la paura di ciò che i ragni potrebbero fare, ma semplicemente disgusto alla vista della creatura» (2); quando Shelob emerge dalle tenebre di fronte a Sam egli vede «la forma più abominevole che avesse mai veduta, più orribile del peggiore degli incubi» (4); malgrado sia sufficientemente repellente con le grandi zampe snodate e l'enorme corpo bulboso, Tolkien accresce l'orrore sottolineando il «corpo gonfio, un immenso tumido sacco straripante tra le sue gambe» (4), nero e maculato, con una parte inferiore luminescente, e maleodorante.
È significativo che la luce fioca e fosforescente abbia spesso connotazione malvagia in Tolkien, come i fiori velenosi della Valle di Morgul; Shelob inoltre possiede la terrificante qualità dei ragni di potersi muovere «a spaventosa velocità» malgrado le sue notevoli dimensioni.
Hillyard cita la lettera di una donna che afferma «C'è un certo non so che nei ragni, sembrano consci della nostra presenza... Mi sveglio sempre con la sensazione che ci sia qualcuno o qualcosa nella stanza, ed infatti la maggior parte delle volte c'è un grosso ragno sul muro o sul soffitto sopra di me, che pare fissarmi» (2); Shelob è ancora più terribile «a causa del malvagio intento che covava nei suoi occhi senza rimorso», ed ancora prima, durante il tragitto nel tunnel, c'era stato «un senso di malvagità occulta ma così intensa che Frodo vacillò» (4).
Pare evidenziarsi quindi la percezione che i ragni possiedano una sinistra intelligenza che permette loro di approntare una trappola e quindi di restare ad attendere che una sfortunata vittima vi cada; a questo si aggiunge il fatto che i ragni non uccidono rapidamente le loro vittime, ma si limitano ad incapacitarle per poterle consumare vive più' tardi – da qui nasce la percezione della loro crudeltà.
Tolkien conferisce sostanza a questa apparente crudeltà: Shelob permette agli Hobbit di «correre un breve attimo in preda a un vano panico per il divertimento degli occhi» e Sauron le invia dei prigionieri «li faceva condurre sino alla tana, ed esigeva rapporti che descrivessero in che modo il mostro avesse giocherellato con le prede» (4).
Questo suo comportamento è assimilabile a quello del gatto: Tevildo, il seguace di Morgoth, ne è la causa «da qui è nato l'odio che ancora esiste tra gli Elfi per tutti i gatti» (5); infatti è risaputo che i gatti giocano, senza scopo apparente, con le loro prede.
Da tutti questi elementi si evince che sotto molti punti di vista il ragno è un soggetto ideale per una creatura del male: essi possiedono molte caratteristiche che, pur non essendo inerentemente malvagie, con un po' di esagerazione e l'attribuzione di un'intelligenza cosciente possono essere poste al servizio del male, anche perché per molti sono la materia dei propri incubi.
Anche i gatti possono possedere alcune abitudini che, una volta antropomorfizzate, si possono considerare riprovevoli, ma essi godono del grande vantaggio di essere graziosi, pelosi ed estremamente perdonabili; anche Tevildo, ancorché descritto come «color del carbone e di aspetto malvagio» (5), fa le fusa in modo disarmante.
Ad ogni modo si potrebbe controbattere che i ragni vanno ben oltre queste descrizioni e che Shelob e la sua progenitrice Ungoliant hanno ricevuto forma di ragno per poter assegnare loro ruoli specifici all'interno della creazione di Tolkien; in un articolo su Mallorn, che si occupa di temi a carattere femminista nel Signore degli Anelli, David Pretorius afferma che Shelob è «una figura femminile diabolica... un simbolo del disprezzo maschile per la creatività della donna» e che «l'uccisione della prole si può interpretare come il fallimento della creatività femminile, con la distruzione della letteratura da parte delle donne». Aggiunge inoltre che «essa [...] è il simbolo del terrificante potere della donna» (6), probabilmente suggerendo che essa è l'opposto di Galadriel, che non è solo una Noldo con un retaggio di creatività, ma è anche capace di resistere alla tentazione del potere che l'avrebbe trasformata – se lo avesse conquistato – in una forza distruttrice.
Anche se le ipotesi sull'attitudine inconscia di Tolkien nei confronti della creatività femminile devono restare tali, credo che esistano altri aspetti molto più rilevanti dei ragni che potrebbero aver influenzato Tolkien - grazie alla sua profonda e professionale conoscenza di mito e tradizione - mentre conferiva sostanza ad Ungoliant e più tardi a Shelob.
Nelle Due Torri Shelob è descritta come «ultima figlia di Ungoliant nel tormentare il mondo infelice» (4), ed Ungoliant è stata la prima creatura con forma di ragno ideata da Tolkien; nel Silmarillion essa è descritta come un essere che «assunse la forma di un mostruoso ragno» (7), una forza malefica così potente che Morgoth non è in grado di sconfiggerla né di distruggerla quando non ha più bisogno di lei.
Essa è una creatura dotata di fame insaziabile: sempre affamata, divora la luce e la tesse in «oscure ragnatele di buio soffocante» (7); è così che Morgoth, consumato dall'odio e dall'invidia per la bellezza di Valinor, si allea con Ungoliant per distruggerli – trafigge Laurelin e Telperion, i due alberi di Valinor che sono la fonte di ogni luce, ed Ungoliant ne risucchia la linfa, avvelenandoli.
Ancora assetata, prosciuga le Fonti di Varda e rigetta nebbie oscure, mentre cresce a dismisura: «L'oscurità appariva non come una mancanza, bensì una cosa dotata di esistenza propria, perché era generata con malvagità dalla Luce stessa ed aveva il potere di trafiggere gli occhi e di penetrare il cuore e la mente e soffocare persino la volontà» (7) - molto simile agli effetti paralizzanti della puntura di un ragno sulla vittima.
Nella mitologia religiosa è diffusa l'immagine della mostruosa madre-ragno, la Grande Madre come divoratrice; nei miti Indù essa si trova al centro del mondo e, tessendo le sue tele e divorando le sue prede, simboleggia la luna crescente e calante, l'alternanza di nascita e morte.
Nella simbologia cristiana, il ragno rappresenta il Demonio, che attira i peccatori nelle sue macchinose trame; Primo Levi disse che «il ragno è la madre-nemica che avviluppa e circonda, che desidera ... sottometterci ancora al suo volere; e ci sono coloro che ricordano come in quasi tutte le lingue il nome del ragno sia di genere femminile» (8).
Per questo motivo il ragno è una scelta naturale per questo essere malvagio di Tolkien che, divorando bellezza e luce, distrugge l'innocenza e la perfezione di Valinor e funge da catalizzatore per la caduta dei Priminati – gli Elfi; le ragnatele di oscurità tessute da Ungoliant le permettono di fuggire con Morgoth dalla scena del crimine, con i Noldor che narrano di «un'Oscurità cieca» che si muove verso Nord e «al cui centro avanzava un potere senza nome, e l'Oscurità scaturiva da esso» (9).
Da questa grande creatura-madre divoratrice hanno avuto origine i ragni di Nan Dungortheb e Shelob - poiché Shelob è figlia di colei che distrusse la Luce di Valinor, la luce di Eärendil nella Fiala di Galadriel non ha completo potere su di lei, anche se riesce ad arrestarla e conferisce indispensabile coraggio agli hobbit; in un primo tempo i suoi occhi sfaccettati rifrangono la luce della fiala e «dietro [di essi] incominciò ad ardere una pallida incandescenza micidiale, una fiamma avvampata nel più profondo abisso di un pensiero malefico» (4). Solo quando il coraggio di Frodo divampa ed egli avanza con Pungolo, Shelob comincia a dubitare e si ritrae dalla luce «cieca forse per un attimo, ma invitta ed avida di morte» (4); Frodo, con la sua consapevolezza della storia, conosce il valore della sua spada elfica Pungolo, forgiata nel Beleriand dove si trovavano «ragnatele d'orrore nelle scure gole»(4); Pungolo infatti era stata forgiata dagli Elfi che già combattevano malvagie creature ed è in grado – come Frodo aveva intuito – di tagliare la tela di Shelob.
Ma è soltanto nel momento in cui uno degli occhi di Shelob viene colpito che la Fiala riesce a sconfiggerla: «I raggi le trafiggevano la testa ferita lacerandola con intollerabile dolore, mentre la spaventosa infezione di luce dilagava da un occhio all'altro» (10).
La forma fisica del ragno, con i suoi occhi sfaccettati, è importante per la trama quanto lo è il fatto che i ragni paralizzano le proprie vittime prima di ucciderle: questa abitudine sembra sostenere la percezione che i ragni possiedano una intelligenza malvagia e che osservino le loro vittime mentre sono in agguato – Frodo e Sam percepiscono una presenza appostata nel tunnel molto prima di sapere di cosa si tratta.
David Pretorius vede il tunnel come un luogo soffocante, simile all'utero femminile, in cui i due maschi Hobbit temono di entrare, ma può essere anche percepito come un luogo dove l'oscurità diventa qualcosa di più che la semplice mancanza di luce: «Sembrava di camminare in un vapore nero plasmato nell'oscurità stessa, e alla cecità degli occhi si aggiungeva a ogni respiro una più densa nebbia della mente» (4).
Sia con Shelob che con Ungoliant esiste quasi una sinergia tra le ombre, il buio e le ragnatele, così che non è più possibile distinguere tra la tela che paralizza il corpo e l'oscurità che paralizza la mente – entrambe contribuiscono alla distruzione della luce, della bellezza, ed indirettamente del bene.
Morgoth non è stato in grado di sfuggire ad Ungoliant perché «la nube lo avvolgeva ancora e gli occhi di lei lo osservavano» (9); Shelob riesce a paralizzare gli Hobbit con il potere del suo sguardo prima ancora di aver usato il veleno del suo rostro.
Così, mentre il tunnel è senz'altro maleodorante, fetido e rancido a causa dell'attività della sua abitatrice, è in modo più rilevante un luogo di oscurità paralizzante in cui si svolge un conflitto i cui contendenti sono ben altri che hobbit ed un gigantesco ragno: è l'eterno conflitto tra antichi poteri, tra Luce ed Ombra, tra il potere di Eärendil, Speranza di Elfi e Uomini, e l'antico male in forma di ragno - «discesa dall'oscurità che circonda Arda» (7) (come lo era Ungoliant).
Così, a partire da Ungoliant, il ragno ha fornito a Tolkien un ideale di creatura malvagia, una sembianza per cui molti provano disgusto ed una tradizione di femmina divoratrice che tesse le sue tele per catturare prede inermi, destinate ad una lenta, orribile morte.
Aggiungete a ciò l'apparente vigile intelligenza del ragno e diverrà chiaro che la sozza progenie di Ungoliant si sarebbe inserita perfettamente nella trama nel corso del suo sviluppo: curiosamente, la prima idea di Tolkien fu quella di far cadere gli Hobbit in un agguato teso da una frotta di ragni – come per Bilbo ed i Nani a Mirkwood; questo scenario presentava evidentemente troppo difficoltà e quindi Shelob emerse come personaggio individuale, grottesco, crudele e memorabile.
Prima di concludere, da persona affezionata alle grosse e pelose tarantole, mi sembra giusto sottolineare che il panorama per i ragni non è totalmente negativo: in molte culture è considerato di cattivo auspicio ucciderli, ed alcuni, come i Money Spiders sono considerati portatori di fortuna; inoltre, in una strana immagine speculare della disavventura degli Hobbit, esistono racconti popolari in cui l'eroe sfugge all'inseguimento grazie ad una tela di ragno posta all'ingresso del suo nascondiglio, che fa presumere agli inseguitori che egli non possa trovarsi all'interno.
E naturalmente tutti noi sappiamo di Robert the Bruce... (**)
Una conclusione, che potrebbe derivare dal fatto che Shelob è nominata individualmente e non come parte di una moltitudine, viene dal modo curioso con cui Tolkien riesce ad evocare sentimenti di compassione nei suoi confronti quando, ferita, si trascina all'interno della sua tana «E Shelob, infine domata, sconfitta, fremeva e tremava cercando di sfuggirgli» (10); questa frase sembra densa di significato, impregnata com'è da un senso di completa sconfitta ed anche di patetica ansietà quando Shelob, un tempo mortalmente veloce, si ritrae goffamente – per non parlare di quando più tardi Sam la ode mentre brancola sottoterra in «viscida disperazione» (10).
Quanto più è stata potente e priva di rimorso, tanto più la sua sconfitta appare, contro ogni ragione, degna di pietà; ciò potrebbe dipendere dal fatto che l'impostazione morale dell'opera di Tolkien impedisce ai cosiddetti "buoni" di godere della propria vittoria o di approfittare degli sconfitti: le azioni dei "buoni" sono dettate dalla compassione – dopo tutto è la misericordia di Bilbo, che in seguito Frodo farà sua, a salvare la Terra di Mezzo dal male incarnatosi in creature come Shelob.

Note:
(1) J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion (capitolo "Beren e Luthien")
(2) P. Hillyard, The Book of the Spider. Hutchinson, 1994
(3) Alex Segrove, via e-mail
(4) J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli (capitolo "La Tana di Shelob")
(5) J.R.R. Tolkien, Racconti ritrovati
(6) D. Pretorius, "Binary Issues and Feminist Issues in The Lord of the Rings", in Mallorn 40 (Tolkien Society, nov. 2002)
(7) J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion (capitolo "L'oscuramento di Valinor")
(8) citato in The Book of the Spider (rif 2)
(9) J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion (capitolo "La fuga dei Noldor")
(10) J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli (capitolo "Messer Samvise e le sue decisioni")

(**) Re scozzese che, nascosto in una caverna per sfuggire alla cattura, trascorse lunghi mesi osservando un ragno che tesseva pazientemente la sua tela, ricominciando da capo quando non ci riusciva; da questo comprese che non avrebbe dovuto perdersi d'animo.

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Appuntamenti del mese:
3 febbraio: compleanno del capofamiglia e raduno straordinario
11 febbraio: brunch e raduno mensile
21 febbraio: evento tolkieniano al Teatro Dal Verme di Milano

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