Google+ Bolgeri - il Gruppo Tolkieniano di Milano: Ella De'Mircovich e Matteo Zenatti: the Road goes ever on and on...

domenica, marzo 25, 2007

Ella De'Mircovich e Matteo Zenatti: the Road goes ever on and on...

Domenica 25 marzo prossimo alle ore 21.00 si terrà presso il Salone del Collegio della Guastalla a Monza un concerto di canti tratti e riarrangiati dal legendarium di J.R.R. Tolkien. L'organizzazione, il centro culturale Lo Gai Saber, è stato così gentile da fornirci molte informazioni riguardo all'evento cui probabilmente parteciperemo. La musica che accompagnerà le parole di Tolikien è stata composta da Ella de' Mircovich, membro nell'ensemble LaReverdie, insieme a Matteo Zenatti. Il tipo di musica che eseguono è molto vicino a quello che è il repertorio del loro gruppo musicale, noto in tutto il mondo per le sue opere di musica medievale e rinascimentale.

Il luogo
Collegio della Guastalla
viale Lombardia 180
Monza

Il Collegio della Guastalla è una fondazione ONLUS che affonda le sue origini a Milano nel 1557, quando la contessa Paola Ludovica Torello di Guastalla fondò l'istituzione destinandola all'educazione delle ragazze prive di dote, per strapparle alla strada o al destino di un saio senza vocazione. Solo nel 1937, con l'esproprio comunale del terreno dietro alla Ca' Granda di Milano, in cui aveva sede il collegio, l'istituzione si spostò a Monza nella villa Barbò Pallavicini.
La scuola è oggi legata alla Federazione Opere Educative, associazione cattolica di gestori di scuole private, e all'associazione culturale Il Rischio Educativo.
Nella foto, il salone d'onore in cui si svolgerà il concerto.

Gli organizzatori
Il centro culturale giovanile Lo Gai Saber è un'associazione senza fini di lucro per lo sviluppo della cultura, dell'arte e dell'abitudine alla riflessione in questi ambiti, soprattutto presso i giovani. Tra le sue iniziative, spicca l'organizzazione di concerti dalla musicalità generalmente considerata insolita: nell'ultimo anno, tra i loro eventi spiccano concerti di gruppi come La Rossignol e il Florilegio, entrambi molto noti nell'ambiente.

Gli artisti
Ella de' Mircovich, triestina, è un personaggio piuttosto noto nel suo ambiente ed un'artista apprezzata a livello internazionale. Una profonda passione per le tradizioni musicali e letterarie nordiche, che la porta a condividere con Tolkien la passione per le lingue di ceppo germanico, è Maestro di Oreficeria e Arte dei Metalli e diplomata in Prepolifonia Liturgica, titoli conseguiti entrambi nella città di Venezia. Come saggista ha c9ollaborato con il Centro studi Storici di Trieste, il Centro Studi Altomedievali di Spoleto e l’International Saga Society.

Matteo Zenatti, tenore veronese, è diplomato in canto lirico presso l'Istituto Pareggiato "O. Vecchi" di Modena e da alcuni anni ha intrapreso lo studio dell’arpa diatonica rinascimentale. Svolge intensa attività concertistica come solista in prestigiose formazioni di musica medievale, rinascimentale e barocca: non solo con i La Reverdie, quindi, ma anche con i Cantilena Antiqua di Bologna, i belgi Zefiro Torna, i Sonatori della Gioiosa Marca, i Daltrocanto di Torino, e molti altri ancora.
Sul fronte della ricerca, è attivo nella riscoperta di opere inedite del periodo rinascimentale e nella loro reinterpretazione al fine di avvicinarle all'ascoltatore moderno.

Il retroscena critico
Abbiamo pubblicato, ringraziando il gentilissimo Roberto Maier (presidente del Centro Culturale Lo Gai Saber), un articolo di Ella de’ Mircovich dal titolo Mythopoeia: Universo Aperto, Mondi Condivisi. L'articolo è scaricabile anche qui in formato pdf.

Il programma del concerto: The Road Goes Ever On, Viaggio musicale nella Terra di Mezzo
  • Rinnce naSidheog o "danza degli elfi", ballo tradizionale irlandese;
  • The Stars of the West: di come gli hobbit incontrarono gli Elfi nei boschi della Contea, e come li sentirono invocare Elbereth, Signora delle Stelle e loro protettrice (La Compagnia dell’Anello, Lib. I, cap. 3);
  • Laita Vardo Elentarie: preghiera a Varda (The Fellowship Of The Ring, Book II, chap. 1; The Two Towers, Book IV, chap. 7);
  • The Road Goes Ever On: di come Frodo e i suoi amici, ricordando la canzone preferita di Bilbo, lasciarono la Contea avventurandosi nel loro lungo viaggio (La Compagnia dell’Anello, Lib. I, chap. 1 e 3; The Hobbit, chap. 19);
  • The Man In The Moon: della celebre locanda ‘Al Pony Rampante’ di Brea, e della bizzarra clientela che vi si incontra (La Compagnia dell’Anello, Lib. I, cap. 9);
  • Rì naSidheog o "il re degli elfi", danza tradizionale irlandese;
  • The Fall Of Gil-galad: Aragorn narra di Gil-galad ultimo Re degli Elfi, e dell’Ultima Alleanza di Elfi e Uomini contro Sauron al termine della Seconda Era (La Compagnia dell’Anello, Lib. I, cap. 11);
  • The Three Winds: di come Boromir di Gondor, caduto in combattimento, venne affidato dai compagni alle acque del fiume Anduin (Le Due Torri, Lib. I, cap. 1);
  • Amroth And Nimrodel: del regno elfico di Lothlorien, e di come Legolas cantò delle sue antiche leggende (La Compagnia dell’Anello, Lib. II, cap.6);
  • Namarie: la regina Galadriel saluta i viandanti che proseguono il viaggio (La Compagnia dell’Anello, Lib. II, cap. 8)

Laurelindale
Ella de’ Mircovich – canto, arpa, percussioni
Matteo Zenatti – voce recitante, canto, arpa, percussioni

Testi
The Stars of the West
O candida come la neve, o radiosa Signora,/ che regni al di là dei Mari d’Occidente!/ Tu sei luce per noi che qui erriamo/ fra le selve intricate del mondo.// O Accenditrice delle Stelle, Dama degli Astri,/ brilla il tuo sguardo, il tuo alito è luce:/ o candida come la neve, noi cantiamo di te/ in questa terra remota, separati da un Mare.// O astri che nell’ Eone Oscuro/ dalla fulgida mano di lei foste seminati:/ in praterie ventose, ora lucenti e chiare,/ vediamo schiudersi i vostri boccioli d’argento.// O Regina che accendesti le stelle,/ ancora rammentiamo, noi che indugiamo/ in queste lontane contrade frondose,/ lo splendore dei tuoi astri sui Mari d’Occidente.

Laita Vardo Elentari
O Accenditrice delle Stelle, Dama degli Astri,/ o lungimirante dall’ alto dei cieli,/ io ti invoco, sopraffatto da un’angoscia mortale:/ proteggimi tu, o candida come neve!// O Regina che accendesti le stelle,/ sfavillanti cascate di gemme/ nei cieli, gloria delle schiere degli astri!/ Da terre remote, o lungimirante,/ dalle selve intricate della Terra di Mezzo/ io ti canto, o candida come neve –/ da questa sponda del Mare, del gran Mare che ci separa.

The Road Goes Ever On
La Via va sempre avanti, avanti,/ oltre le rocce, sotto le fronde,/ in grotte che mai il sole ha sfiorato,/ lungo fiumi che il Mare mai più troveranno,/ sotto la neve che l’inverno ha seminato/ e in mezzo agli allegri fiori d’estate:/ sopra l’erba, sopra i sassi,/ sotto i monti al chiar di luna.// La Via va sempre avanti, avanti,/ oltre la soglia da dove ebbe inizio:/ lontana ormai mi sfugge la Via,/ io devo inseguirla il meglio che posso,/ correndole dietro con passo zelante/ finché non si unisca a una strada più ampia,/ ricetto di molti sentieri e destini;/ e poi dove ancora? Io questo non so.// La Via va sempre avanti, avanti,/ sotto le nubi, sotto le stelle,/ eppure quei passi che errarono tanto/ alfine si volgono di nuovo verso casa:/ e gli occhi che videro fiamme e battaglie/ e tutti gli orrori degli antri pietrosi/ si posano, ecco, sui bei prati verdi,/ e alberi e colli così noti e cari.

The Man In The Moon
C’è un albergo, un vecchio gaio albergo/sotto un vecchio colle grigioferro:/là si spilla una birra così scura/che una notte l’Uomo nella Luna/venne giù a bere a crepapancia.//Quell’oste ha un gatto assai bislacco/che suona una viella a cinque corde/e su e giù con l’arco graffia e gratta/ora squittendo in alto, ora ronfando in basso,/ogni tanto segando a metà strada.//Ci abita una mucca ben cornuta,/più tronfia di qualsiasi regina,/ma la musica e il canto le danno alla testa,/la coda col ciuffo le fanno agitare,/e sui prati la fanno ballare.//E poi! Che ranghi di piatti d’argento,/e cucchiai d’argento a caterve!/Ce n’è un paio speciali per le feste,/che vengon lustrati con cura zelante/al sabato, di pomeriggio.//Beveva a garganella il Selenita,/il gatto cominciava le sue nenie,/sul tavolo ballavano il piatto e il suo cucchiaio,/la mucca nel giardino sgroppava come matta,/il cagnetto cacciava la sua coda.//Così il gatto sulla viella strimpellò all’impazzata/una giga da far svegliare i morti,/stridi, gratta, stridi, gratta, più veloce, più veloce!/mentre l’oste scuoteva il selenita:/”Son già le tre passate!” gli strillava.// Ma in quel mentre ping! e pong!gli saltarono le corde/d’un sol balzo oltre la Luna quella mucca se ne andò,/il cagnetto si spanciava al vedere tale scena,/e il piatto delle ferie col cucchiaio della feste/via fuggiron lesti lesti.//Piena e tonda oltre al colle via la Luna rotolò/mentre il Sole sollevava la sua bella e fiera testa:/certo a credere stentava ai suoi occhi fiammeggianti -/sì, malgrado fosse giorno, per sua massima sorpresa/tutti quanti sbadigliando ritornarono a dormire!

The Fall Of Gil-galad
Gil-galad era un Re degli Elfi,/ di lui tristemente cantano gli arpisti:/ l’ultimo il cui reame fosse libero e bello/ fra le montagne e il Mare.// Lunga la sua spada, acuta la sua lancia,/ il suo elmo sfavillante di lontano si scorgeva,/ le stelle innumerevoli delle praterie del cielo/ riflesse nel suo scudo d’argento.// Ma tanto tempo fa cavalcò lontano,/ e dove ora dimori nessuno lo può dire,/ poiché nella tenebra il suo astro sprofondò/ – a Mordor, ricetto delle ombre.

The Three Winds
Oltre Rohan, per lande e praterie dove alta cresce l’erba,/ il Vento dell’Ovest incede a gran passi, si aggira attorno alle mura./ “Che nuove dall’Ovest, o Vento errabondo, mi porti stanotte?/ Boromir l’hai forse visto, al chiar di luna o alla luce delle stelle?”/ “Lo vidi cavalcare oltre sette torrenti, dai flutti vasti e grigi,/ e calcare terre deserte, finché scomparve al mio sguardo/ entrando nelle ombre del Nord – da allora, più non l’ho visto./ Forse è il Vento del Nord che ha udito il corno del figlio di Denethor.”/ O Boromir! Dall’alto delle mura non faccio che scrutare lontano, a occidente,/ ma non sei tornato dalle terre desolate, dove nessun mortale dimora.//Alle fauci del Mare sfugge il Vento del Sud, fugge i colli sabbiosi e le pietre,/ mi porta il lamento dei gabbiani e geme attorno alle porte./ “Che notizie dal Sud, o Vento di sospiri, mi porti al calar della sera?/ Dov’è ora Boromir il Bello? Poiché tarda, e io mi affliggo.”/ “Non chiedere a me dove egli dimori – sono così tante le ossa sparse/ su spiagge candide o scure, sotto il cielo tempestoso:/ così tanti quelli che hanno sceso il fiume Anduin in cerca delle onde del Mare./ E’ al Vento del Nord che devi chiedere notizie di quelli che mi manda!”/ O Boromir! Oltre le mura la strada scende verso il mare, a sud, sempre più a sud:/ ma tu non sei ritornato col lamento dei gabbiani dalle grige fauci del Mare.//Oltre la Porta dei Re sprona il Vento del Nord, passate le cascate ruggenti,/ e limpido e freddo echeggia fra le torri il richiamo del suo corno possente./ “Che nuove dal Nord, Vento imperioso, porti per me quest’oggi?/ Che notizie di Boromir l’Intrepido? E’ lunga ormai la sua assenza.”/ “Sotto Amon Hen udii il suo grido di battaglia, là combatté molti nemici;/ il suo scudo infranto, la sua spada spezzata affidarono all’acqua i compagni./ Il suo fiero capo, il suo bel volto, le sue membra composero nel riposo,/ e Rauros con le sue cascate d’oro l’ha abbracciato portandolo con sé.”/ O Boromir! Per sempre la Torre di Guardia terrà lo sguardo fisso a Nord,/ verso Rauros e le sue cascate d’oro, fino alla fine dei giorni.

Amroth And Nimrodel
C’era una volta una fanciulla/degli Elfi, un astro mattutino:/bianco il suo manto dai bordi dorati,/e grigi come argento i suoi calzari.// Dove ora lei vaghi nessuno lo sa,/se al sole o in mezzo alle ombre:/perché fu perduta, ahimé, Nimrodel,/che a quei tempi sconvolta fra i monti fuggì.//La nave degli Elfi, nel porto d’argento/da vento e correnti schermato dai monti,/l’attese per giorni e per notti/frammezzo ai ruggiti del mare.//Ma un vento di notte nel Nord si levò,/e urlante, con forza, cacciò/la nave degli Elfi lontano dal porto,/e al di là la marea si gonfiava.//Ma Amroth la sponda svanire contempla,/appiattita ormai sull’orizzonte:/e la nave infedele maledisce, che lo porta/lontano dalla sua Nimrodel.//Il timone abbandonò, si tuffò in mare/come dardo che scocchi dall’arco,/i flutti profondi solcò, più valente/di un falco che si libri sulle ali.//Ma dall’Ovest remoto non giunsero nuove:/e ahimé, sulla Sponda Al Di Qua/non seppero mai gli Elfi quale/di Amroth sia stata la sorte.

Namarie
Ahi! Auree cadono / foglie nel vento,/eoni infiniti / come ali d’ albero,/eoni trascorsi / lesti come sorsi/di nettare dolce / in aule sovrane/nell’ Ultimo Ovest, / le volte di Varda,/azzurre, da cui / scintillano gli astri/nel canto di lei / regale e divino./Chi la coppa per me / mai più colmerà?/Perché ora Tintalle / l’Astrifera, dalla vetta/eccelsa, come nubi / ha levato le sue mani,/e su tutte le vie / l’ombra ormai grava;/dall’argentea terra / il buio si estende/sulle onde impetuose / fra di noi, e la bruma/ricopre Kalakirya, / le sue gemme, in eterno./Perduta per noi / ad Oriente, perduta /La Dimora dei Valar./ Addio! Forse sarai tu / a trovare Valimar:/Possa essere tu quello - / addio, addio!

Traduzioni di Ella de' Mircovich

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1 Comments:

At 29 novembre, 2009 11:11, Anonymous Anonimo said...

molto intiresno, grazie

 

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