Google+ Bolgeri - il Gruppo Tolkieniano di Milano: "Barbalbero": il capitolo

martedì, ottobre 10, 2006

"Barbalbero": il capitolo

Il seguente articolo fa parte della lettura critica del capitolo "Barbalbero" presentato in anteprima a Edoras 2006. Indice: il capitolo, il personaggio, indice delle specie vegetali citate e loro ricorrenza nel Signore degli Anelli, analisi delle specie vegetali citate, consigli di lettura.

La prima parte del Signore degli Anelli si è conclusa con il disfacimento della Compagnia dell'Anello: Frodo e Sam si stanno dirigendo da soli verso Mordor per tentare di distruggere l'Anello; Aragorn, Legolas e Gimli stanno inseguendo gli Uruk-hai che hanno ucciso Boromir e rapito Merry e Pipino per portarli ad Isengard da Saruman, il quale ha dato ordine che tutti gli Hobbit siano condotti da lui poiché sa che uno di loro è in possesso dell'Unico Anello.
Grazie all’attacco dei cavalieri di Rohan che hanno annientato gli Uruk-hai, Merry e Pipino riescono a fuggire e si inoltrano nella Foresta di Fangorn dove incontrano Barbalbero, cioè un Ent, un “pastore di alberi” ed una delle più antiche creature presenti sulla Terra di Mezzo - gli Ent sono il prodotto dell'intervento degli Elfi che in epoca remota hanno “svegliato” gli alberi, perché, come racconta Barbalbero stesso ai due Hobbit, essi «hanno sempre desiderato conversare con ogni cosa»; questo straordinario essere ha «il fisico di un Uomo (...) alto più di quattordici piedi» ed appare ricoperto da «una specie di corteccia verde o grigia», e «la parte inferiore del lungo viso [è] nascosta da una vigorosa barba grigia, folta, dalle radici grosse quasi come ramoscelli».
Barbalbero racconta ai due Hobbit la storia degli Ent, il cui risvolto più triste è rappresentato dalla perdita delle Entesse - scomparse da lungo tempo senza lasciare traccia: senza di loro non sarà più possibile la continuazione della specie, avviando gli Ent verso l'inevitabile estinzione; a loro volta gli Hobbit mettono al corrente Barbalbero sulla situazione contingente ed egli si rende conto della minaccia rappresentata da Saruman e dai suoi Orchi ‘mutati’ che non temono più la luce del sole: comprendendo di aver trascurato per troppo tempo i segnali di pericolo, Barbalbero convoca l’Entaconsulta per decidere, in accordo con i propri confratelli, come affrontare l'avanzata del Male.
La decisione è unanime: i pastori di alberi muoveranno contro Isengard per fermare Saruman e vendicare lo scempio perpetrato dai suoi Orchi sulla foresta - perfettamente consci di essere con ogni probabilità avviati verso la morte, ma ben decisi a non soggiacere più all'immobilità in cui si sono così a lungo adagiati.
L'incontro tra i due Hobbit e Barbalbero si rivela quindi il catalizzatore di eventi imprevisti che - per citare Gandalf - mutano il corso della marea trasformando il senso di inquietudine che da tempo attanagliava Barbalbero nella realizzazione che occorre fronteggiare il pericolo prima che sia troppo tardi; la rabbia a lungo covata dagli Ent esplode con conseguenze inattese che concorreranno alla sconfitta di Sauron: la distruzione di Isengard, e la rimozione di Saruman dalla scena, priveranno l’Oscuro Signore di un potenziale alleato e contribuiranno - grazie all'intervento degli Ucorni - alla disfatta degli Orchi che assediano il Fosso di Helm nel tentativo di massacrare la popolazione di Rohan.
Gli Ucorni – una sorta di Ent quasi completamente regrediti alla condizione di albero vero e proprio – rappresentavano per Tolkien una rivincita sull'insoddisfazione provata a proposito del Macbeth, in cui si ha solo l'illusione del movimento di un’intera foresta, mentre qui la foresta si muove realmente e diviene un importante fattore nella risoluzione di una situazione apparentemente disperata.

Articolo di Maddalena "Nymeria" Tarallo, rielaborato dalla sua lettura critica del capitolo

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