Google+ Bolgeri - il Gruppo Tolkieniano di Milano: Resoconto incontro del 06/05/2007

lunedì, maggio 07, 2007

Resoconto incontro del 06/05/2007

Incontro intenso, incontro di bilancio. Terminate le grasse risate per aver venduto per sbaglio una prima edizione Rusconi del Silmarillion a 8 €, abbiamo avuto modo di rammentare a noi stessi la nostra politica per la vendita dei libri:
  • rientrare nelle spese;
  • guadagnarci un margine di qualche euro;
  • consegnare il volume nelle mani di qualche appassionato che lo apprezzi.
Certo, l'errore è fastidioso: con tutto quello che c'è stato da fare, non abbiamo avuto tempo di occuparci adeguatamente del nostro banchetto e considerata la destinazione dei soldi che stiamo raccogliendo avrebbe fatto comodo qualche euro in più, ma alla fine abbiamo deciso di non offrire il responsabile dell'errore in sacrificio alle oscure forze della Fagnana.
Ma dove sono finite le mie maniere? E' questo il modo di iniziare un resoconto?

Presenti: Dawid & Donatella, Elderion, io, Nymeria e Bacca (da Garbagnati, con scrematura di Elderion e Bacca per la cena da Dawid)

Incontro denso di bilanci, dicevo. Innanzitutto una presa di coscienza importante: d'estate è impossibile stare nel soppalco. Fino al ritorno del Generale Inverno, quindi, sarà opportuno spostare il luogo d'incontro a Garbagnati dal soppalco al più fresco primo piano.
Ciance a parte, l'incontro verteva naturalmente sul festival, di cui abbiamo cercato di fare un'analisi completa e distaccata. Parlando di telefoni cellulari, Elderion e Bacca hanno egregiamente impedito che la discussione deviasse troppo verso toni seri. In ogni caso, ecco ciò cui siamo pervenuti.

Sul successo / insuccesso della manifestazione in sé bisogna fare dei distinguo. Innanzitutto va detto che rispetto alle aspettative di pubblico, il termine flop non arriva nemmeno a descrivere ciò che è stato il festival. Un insuccesso totale, dovuto ad una congiuntura di cause a monte delle quali si trova la nostra ingenuità, il nostro esserci fidati di promesse e valutazioni che infine si sono rivelate poco attendibili. Nel dettaglio, le cause della scarsa affluenza sono naturalmente state:
  • la pressoché totale assenza di battage pubblicitario, soprattutto sul territorio;
  • la data infelice, che ha portato la maggior parte dei locali a trasmigrare verso più amene località e molti esterni a preferirci mare e monti (infami);
  • la dispersione sul territorio, che ha portato senz'altro all'acuirsi della già disastrosa mancanza di pubblico.
Si è però visto come bastasse davvero poco ad attirare la gente rimasta a casa: pochi giri di trenino, spettacoli nel parco, un blando volantinaggio al mattino, hanno portato un rincaro di affluenza minimo ma percepibile, che sarebbe raddoppiato all'aumentare degli sforzi in questo senso. Non è quindi alla mancanza di interesse da parte degli indigeni che bisogna imputare l'assenza di pubblico: non cadiamo nella trappola di concederci questo falso alibi. La gente non sapeva. Anche quella residente nelle immediate vicinanze delle location.

Sottolineato questo importantissimo aspetto, bisogna poi chiarire che dal punto di vista dell'offerta culturale il festival ha rispettato pienamente gli obiettivi: un'offerta mista e di livello qualitativo inedito, che avrebbe potuto accontentare tutti, dal ragazzino in cerca di svago all'adulto in cerca di conferenze, fino all'appassionato in cerca di interventi di taglio universitario. Per questo trovo non abbia il minimo senso parlare di abbassare il target o di dimenticarsi le conferenze puntando esclusivamente su giochini e vaccatine. Non è lo spirito con cui è nata l'iniziativa, e la deriva in Italia è già sufficientemente accentuata da fenomeni di profilo culturale inesistente, che da sempre pesano sulla svalutazione dell'autore che amiamo. No, no, no, non diciamo sciocchezze. Il tipo di offerta in linea di massima andava bene (con qualche carenza per quanto riguarda le iniziative destinate ai bambini più piccoli).

Ultimo ma non ultimo, benché esuli dalla manifestazione in quanto prodotto pubblico per esterni (lato cui personalmente tengo molto), è da sottolineare la splendida atmosfera che si è creata tra i membri dello staff e gli altri amici, specie in Fagnana dove eravamo noi e dove la disperazione ha dato vita all'ormai celebre Lost in Fagnana Fellowship. Non solo, a differenza di ciò che va cianciando qualcuno, si sono creati nuovi legami tra chi già si conosceva di vista e rafforzati quelli di chi già si frequentava, ma si sono fatte anche nuove amicizie che si spera potranno essere coltivate in futuro. E' una cosa soggettiva: non ha senso, come ha parlato Bilbo su faramir.it, dire che a Buccinasco non ci fosse atmosfera. Mi duole che lui non si sia trovato bene. Conosco gente che ha provato la stessa cosa alla Hobbiton: non è mica colpa della manifestazione, salvo in alcuni casi di evidente "inospitalità". Almeno alla Fagnana, il tentativo di essere affabili, visibili e chiari c'è stato ed è stato efficace:
  • servizio di accoglienza;
  • cartelli di segnalazione di ogni modifica al programma stampati al volo dal nostro ufficio ambulante;
  • materiale informativo esposto.
Chiaramente gli oggettivi problemi di spostamento delle conferenze dall'auditorium al caffé letterario e, in qualche caso, dalla Cascina Fagnana alla Cascina Robbiolo (spostamenti dovuti ai problemi di pubblico) ci sono stati e ce ne dobbiamo assumere la responsabilità. Sono stati secondo me gestiti al meglio, ma sono stati comunque un disagio.
Allo stesso modo, bisogna assumersi alcune responsabilità per la carenza dell'allestimento alla Fagnana: non importano i motivi, ma l'effetto rimaneva molto al di sotto di ciò che era stato pianificato, e l'acquisto/la stampa di materiale in sovrabbondanza rispetto alle stime è un punto su cui bisognerà lavorare nell'eventuale futuro. Sicuramente una buona idea sarebbe stata quella di concentrare tutto alla Cascina Fagnana e all'auditorium, sfruttando meglio il parco e lo spazio del foyer per le mostre (la mia sulle città, da sola, risultava dispersa nel mare di squallore contro cui combattere).
E' chiaro che anche la bella atmosfera associativa ha le sue brave eccezioni: gente che si offende perché le proponi di togliere i suoi panni dalla portata del generatore puzzolente, gente che si eclissa all'improvviso come un ladro rubando gli altrui tavoli e gettando nel panico la Cascina Robbiolo, gente che impiega tutto il suo tempo a fare il pavone attorno a Daniel Reeve invece di far andare le manine ecc. ecc. Ma si sa che è frequentandosi e nel momento del bisogno che viene fuori la natura delle persone. E naturalmente si terrà conto di tutto facendo un conto unico in fasi di bilancio come questa, con estrema lucidità e serenità. I bolgeri non portano rancore, lo sanno tutti. Però hanno una buona memoria.

Il resto è stata un'analisi puntuale su ogni elemento. Uno su tutti, il caffé letterario, una formula che ha funzionato molto (per quel poco in cui abbiamo potuto usarlo per il suo vero scopo e non come sede di conferenze) consentendo momenti di divulgazione e discussione davvero piacevoli. Si è inoltre parlato dei film, la cui proposta è stata gradita ed è senz'altro da ripetere, e dei concerti, in particolare dello straordinario talento degli Ainur e della simpatia dei Fistul... ehm... dei Lilium Aeris, che essendo di Milano speriamo di rivedere presto. Ci si è velocemente soffermati a ridacchiare sui recenti trascorsi del newsgroup e poi via a spettegolare di cappellini di chiffon, di cavoli e di re. Il resto, ivi compresa la cena a base di tagliolini all'amatriciana, può difficilmente essere considerato di un qualche interesse per il pubblico.

Prossimo incontro di bilancio per Tolkieniana: sabato 12 a cena con lo staff
Prossimo raduno bolgerico: domenica 13, ore 15.30, da Garbagnati (special guest la Nosse Eldalie di Milano)

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1 Comments:

At 09 maggio, 2007 21:10, Anonymous Anonimo said...

Essendo stata presente per tutti e quattro i giorni(anch'io "lost in Fagnana"!), posso tranquillamente dire di essere d'accordo con tutto il contenuto del resoconto. Vorrei anche aggiungere una particolare nota di demerito per la mancanza totale di professionalità di chi, pur essendo uno dei principali organizzatori, non ha risposto al mio saluto in albergo, nè si è offerto di darmi un passaggio fino al luogo dell'evento. Dato che sono venuta a tenere non uno, ma due interventi, la cortesia dovuta ad un ospite avrebbe dovuto avere il sopravvento sulle ruggini del passato. Prima di esporsi come figura pubblica, si dovrebbe per lo meno sapere come ci si comporta in un consesso civile...

 

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