Google+ Bolgeri - il Gruppo Tolkieniano di Milano: Resoconto incontro del 21/10/2007

mercoledì, ottobre 24, 2007

Resoconto incontro del 21/10/2007

Presenti accertati: Donatella & Davide, io & Tafkal, Serena & Paolo, Nymeria, Bacca & Angelo, Ringhio
Presenti favoleggiati: Tarabas & Francesca

Giunti in ritardo causa stroncante indisposizione, non abbiamo potuto che prendere atto della prematura dipartita di alcuni partecipanti (riguardo alla quale nessuna prova certa è stata fornita), ordinare bevande calde che si sono rivelate del tutto imbevibili nonché bevande fredde fornite delle medesime caratteristiche e portare la discussione dal sano cazzeggio ad i punti all'ordine del giorno, ovvero:Riguardo ai Figli di Húrin, a risposta di un'esigenza e di una richiesta che ci sono venute direttamente dal territorio, l'idea è quella dell'elaborazione di un progetto organico e modulare che, riguardo al nuovo libro in uscita questa settimana, proponga alle istituzioni culturali del territorio e in particolare alla biblioteca di Peschiera Borromeo che si è rivelata particolarmente interessata, un'iniziativa di intrattenimento e divulgazione con attività che vadano dal caffé letterario ai laboratori ludico-artistici, dalla musica dal vivo alla conferenza di presentazione del libro. Queste iniziative andrebbero ad attingere al naturale repertorio dei Bolgeri, spaziando dalla discussione aperta nella forma di quel caffé letterario che tanto interesse ha riscosso in Fagnana durante il II Festival Tolkieniana Net al coinvolgimento di membri più qualificati a tenere un intervento singolo e maggiormente strutturato sul libro, fino all'estensione dell'invito a personalità di maggior rilievo e di nostra conoscenza al di fuori del gruppo. A questo potrebbero essere abbinate alcune illustrazioni a tema, magari fornite da istituzioni con cui siamo in contatto come il museo Eldalië, e alcune attività per bambini organizzate dalle nostre esperte, oltre ad un momento di musica dal vivo con i Lilium Aeris o altri gruppi di nostra conoscenza.
In questo senso, l'iniziativa con le biblioteche e l'evento a Venaria sarebbero due momenti dello stesso progetto: la giornata in provincia di Torino infatti, organizzata in modo simile a ciò che fu la giornata al Teatro Dal Verme di Milano, avrà come argomento proprio i Figli di Húrin, e siamo stati gentilmente invitati a presenziare con un banchetto e alcune attività in quanto Bolgeri e in quanto parte del "consorzio" Tolkieniana Net. Orsù, è tempo di mettere le idee nero su bianco.

Per quanto riguarda l'organizzazione del III Festival Tolkieniana Net, ci si sta muovendo (il che è già un'ottima notizia). Per i dettagli, dato che per ora si tratta di chiacchiere informali, rimando alla nostra mailing-list dove entrerò nei dettagli. Sia sufficiente sapere che si pensa ad un evento complesso e articolato che ruoterà attorno ad un tema conduttore, come ormai è consuetudine, nel periodo di maggio e nella provincia milanese, ma in luogo facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici da ogni parte di Milano. Altro non posso raccontare.

Infine, ultimo ma non ultimo, è stato discusso il tema del Flat Halloweeing Party, un evento epocale che, il 3 novembre, vedrà i bolgeri impegnati in un evento enogastronomico e conviviale senza precedenti. In uno spazio allestito ad hoc con ogni tipo di chincaglieria a tema, cibi esotici e specialità caserecce accompagneranno musica dal vivo ed agguerriti tornei dei più svariati giochi bolgerici, visione di film a tema, lettura di racconti e sfrenato cazzeggio, nonché la presentazione ufficiale dello S.B.A.Z., per fronteggiare l'ormai incombente minaccia Z.

Il raduno si è concluso con gelato da Grom e cena in un ristorante orientale dalle parti di Repubblica, consigliato da Serena e in effetti meritevole ma di cui non ricordo il nome. Altro non vi saprei narrare.

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2 Comments:

At 15 dicembre, 2007 23:04, Anonymous Anonimo said...

GLI EDITORIALI DI ANTONELLO DE PIERRO DIRETTORE DI ITALYMEDIA.IT

Vergognati, Maurizio!

di Antonello De Pierro

E' un grido di dolore quello che si leva da qualche mese dal mondo della cultura, dopo che la televisione ha catapultato nelle case degli italiani il discusso programma denominato "Grande Fratello", creando un prodotto inconsistente, che è stato immediatamente e incomprensibilmente rapito dalle cronache dei media. E quando parlo di cultura naturalmente mi riferisco a quella con la c maiuscola, quella dei grandi (purtroppo pochi) uomini, quella nella sua accezione più ampia, quella che ha da sempre rifiutato di nutrirsi di surrogati ideologici e di imparare la lezione della buona ipocrisia, tanto amata dai più. Eppure la televisione, che ormai da anni affoga in una programmazione demenziale, diseducativa, ripetitiva e scadente, ci aveva abituati da tempo allo squallore delle telenovelas e della soap opera, incollando ai teleschermi il popolo televisivo delle casalinghe, col grembiule al ventre, che tra un bucato e l'altro, per innaffiare l'arido giardino della solitudine giornaliera, si incantavano e sognavano di fronte ai miti improbabili di "Beatiful" o di "Quando si ama". Si trattava sempre e comunque di artisti che, costretti da esigenze professionali e allettati da ingaggi stratosferici, legavano il proprio nome a produzioni di scarso valore culturale. Con il "Grande Fratello" si è valicato ogni limite di decenza, i colossali interessi economici hanno relegato in soffitta qualsiasi senso di moralità. Un manipolo di ragazzi comuni, messi per cento giorni a colloquio con l'occhio freddo di una telecamera "guardona", sbattuti davanti a pupille spalancate collegate a cervelli altrettanto ristretti, e scaraventati verso una notorietà di cartone non supportata da un'adeguata preparazione professionale. Un business ben congegnato, che ha affondato facilmente le radici in un terreno intriso di sottocultura e ignoranza, atto a spremere come limoni le illusioni di un gruppo di giovani che forse avrebbero potuto intraprendere carriere sicuramente più idonee alle loro attitudini, piuttosto che essere magnificati dai "polli d'allevamento" dell'Italia provinciale che si entusiasma di fronte a tutto ciò che passa sul piccolo schermo, ma essere sottoposti giustamente al mortificante rito dell'irrisione da parte delle vere teste pensanti nazionali. Ed ecco invece i vari Pietro, Salvo, Marina, Cristina, Rocco, Lorenzo, invasati da una droga che si chiama successo, correre con la naturalezza dell'inevitabile, a suon di apparizioni varie, verso un futuro incerto, segnato da suggestioni pseudo-professionali. Di fronte ad una tale situazione non posso avvolgere le mie parole nella carta zuccherata e rinunciare a dissotterrare l'ascia di guerra della polemica. C'è una categoria in Italia fortemente rappresentata, quella degli artisti veri, spinti dal comando imperioso di un'acrobatica passione per lo spettacolo, che annaspa da sempre nell'oceano della precarietà e vive costantemente in bilico sul baratro della disoccupazione. Le scuole di preparazione artistica ne sfornano a centinaia; basta girare i teatri, anche i più piccoli, per scoprire veri talenti, di cui l'Italia non è mai stata avara. E invece ecco apparire improvvisamente sulla scena Marina La Rosa, che ubriacata dalla popolarità riesce ad offendere finanche quei fotografi che da sempre hanno fatto la fortuna dei vip, definendoli "braccia rubate all'agricoltura"; la Sofia nazionale ancora venera i professionisti dei flash a raffica ( comunque c'è da dire che sulla Loren le brume del mito si sono posate davvero). Ma il prodotto più scandaloso si chiama Pietro Taricone, che calzando la sua normale faccia da bullo di paese riesce incredibilmente a vendere la sua presenza a fior di milioni nelle discoteche di provincia e nei suoi sogni lascia ingenuamente galleggiare un futuro alla Kevin Costner: l'importante è crederci, ma purtroppo il risveglio sarà doloroso e disastroso

E' già criticabile l'operazione, che ha messo a nudo il livello di sottocultura di gran parte degli italiani, ma purtroppo per i produttori televisivi, non è facile sacrificare i propri interessi sull'altare della cultura, della moralità e del buonsenso. Ma quando un giornalista di grande spessore, con vocazione da imprenditore, marcia con i cingoli sopra ogni principio etico-professionale, allora
il caso diventa inquietante. Quanta popolarità in meno avrebbero ottenuto i ragazzi "usa e getta" del "Grande Fratello" se non fossero stati foraggiati dall'ala protettiva di Costanzo, che li ha aiutati a continuare la semina dei germi di tutti gli aspetti deteriori dell'odierna società? Probabilmente i valori del grafico di notorietà sarebbero molto più modesti. Caro Maurizio, pesa su di te una forte responsabilità morale, sia nei confronti di quelli che il successo l'hanno cucito sulla propria pelle, strappando l'ago e il filo a rinunce e sacrifici fatti nelle scuole, nei teatri, nelle piazze, e sia nei confronti delle fasce più deboli dell'esercito dei telespettatori. Ho visto un giorno in un mercato un bambino giocare con dei soldatini e chiamarli con i nomi dei protagonisti del grande fratello. Hai sostenuto una trasmissione che, anche se con un ipocrita "bip" celava certe espressioni colorite, non dava comunque molto spazio all'immaginazione per capire, risultando quindi altamente diseducativa, tenuto conto anche della fascia oraria in cui veniva trasmessa. Sono tanti i petali di simpatia persi da te in questa occasione. Infine, colpito da un delirio di onnipotenza hai pensato bene di organizzare una puntata chiamata "Pietro contro tutti" in prima serata, con un Taricone versione re dei "coatti", con canotta strizzamuscoli senza maniche, a troneggiare sul palco del teatro Parioli, ingaggiando un vittorioso "braccio di ferro" a colpi di audience con "La Piovra", pellicola a interesse sociale in onda su Raiuno, mettendo a nudo ancora una volta, se qualcuno avesse avuto qualche ulteriore dubbio, il livello culturale dei telespettatori del "Maurizio Costanzo Show". Un'ennesima conferma di come un grande giornalista abbia potuto bruciare sulla graticola dell'interesse economico, perché audience per te vuol dire sponsor, non dimentichiamolo, la propria credibilità professionale. Del resto in nome dell'audience avevi già rifiutato di ospitare in trasmissione i rappresentanti del "Comitato Vittime del Portuense", perché chiaramente ventisette morti per te non hanno importanza, sono solo una lugubre contabilità di normale amministrazione giornaliera, di fronte al sacro inchino al potere dello sporco Dio denaro, a cui ti sei convertito e sottomesso. Vergogna!


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At 19 dicembre, 2007 09:26, Blogger Shelidon said...

Sarò matta e avrò il gusto dell'orrido, ma cancellarlo mi sembra un peccato. Anzi, se la prossima volta si firma aggiunge qualità all'intervento...

 

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